Marmo: conosciamo le fasi di trattamento e lavorazione
Lo vediamo utilizzato come top nelle cucine, per la realizzazione di ripiani e sanitari in bagno, come elemento di arredamento e come base per i pavimenti sia all’interno che all’esterno. È il marmo, una delle pietre naturali più utilizzate nell’edilizia. Ma come si arriva alla pietra che conosciamo? Vediamo insieme le fasi della sua lavorazione.
Estrazione del marmo
Il marmo è un tipo di roccia che si forma a seguito di un processo metamorfico di pietre sedimentarie determinato dalla combinazione di pressione e temperatura. Esso viene estratto in cave, che possono essere di pianura o di monte. Oggi per la sua estrazione si utilizza praticamente ovunque il taglio con seghe con filo diamantato che permette maggiore efficacia e precisione nel taglio della pietra.
Dal blocco alla lastra
Dopo l’estrazione il blocco di marmo viene lavorato e tagliato in modo da avere delle lastre piane, che hanno uno spessore che va da 1 a 30 centimetri (oltre i 30 cm si parla di massello). Non è possibile realizzare lastre con spessore inferiore al centimetro in quanto sarebbero troppo fragili e si romperebbero durante le fasi di lavorazione.
I vari tipi di lavorazione della superficie
A questo punto il marmo viene sottoposto a diversi tipi di lavorazione, che spesso hanno lo scopo principale di renderlo più resistente agli agenti esterni (il marmo è una pietra porosa che tende ad assorbire le sostanze con cui viene a contatto).
- Lucidatura – lavorazione che esalta la caratteristica luminosità naturale della roccia. Viene eseguita con abrasivi dalla grana differenziata, che vanno a chiudere le porosità della pietra e la rendono particolarmente brillante.
- Levigatura – lavorazione della pietra che rende la superficie liscia e omogenea. Un particolare tipo di levigatura è la finitura leather o ‘effetto cuoio’, che dà alla pietra un aspetto più caldo e la rende morbida e piacevole al tatto.
- Sabbiatura – con tale lavorazione si rende la pietra opaca e ruvida così da avere una superficie antiscivolo perfetta per piatti doccia e piscine. La sabbiatura, inoltre, valorizza il colore del marmo quando bagnato.
- Spazzolatura – il marmo viene lavorato con particolari spazzole abrasive che rendono la superficie meno delicata e meno soggetta alla corrosione di agenti chimici esterni. Questo tipo di lavorazione viene utilizzata soprattutto per i ripiani delle cucine.
- Bocciardatura – effettuata con martelli pneumatici con piastre diamantate, tale lavorazione dona alla superficie del marmo un aspetto rustico particolarmente indicato per l’uso all’aperto.
- Acidatura – il marmo viene posto in una vasca contenente acido, che dona alla superficie un aspetto mosso e invecchiato.
- Antichizzazione – tale lavorazione unisce la levigatura, la sabbiatura e l’applicazione di prodotti oleo-idrorepellenti per ottenere un marmo vissuto e pregiato.
- Fiammatura – sottoposto a fiamma ossidrica, il marmo diventa molto resistente agli agenti atmosferici ed è particolarmente indicato per gli arredi esterni.
Le finiture dei bordi
Dopo un primo controllo di qualità, a questo punto la lastra di marmo può essere sottoposta alla rifinitura dei suoi bordi secondo varie tecniche. Vediamo insieme quali sono:
- Bisellatura – il bordo quadrato viene smussato, in modo più o meno leggero secondo il risultato ricercato.
- Costa a toro – lavorazione arrotondata per un effetto di estrema morbidezza; quando la lavorazione avviene solo nella parte alta si parla di costa a mezzo toro.
- Becco di civetta – indicata per gli ambienti più rustici e per il restauro di mobili antichi, tale tipo di lavorazione prevede un arrotondamento allungato.
- Cornici varie.
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